Ingiurie contro Mazzini Affermazioni false, tendenziose e lesive dell’immagine dell’Edera Il Pri porta in tribunale Vespa, la Rai e la Mondadori Sintesi dell’atto di citazione del Partito repubblicano italiano contro Arnoldo Mondadori spa, Rai, dott. Bruno Vespa. "Premesso che il Partito repubblicano italiano è il più antico partito politico italiano; che massimo esponente del movimento politico-culturale nel quale i valori del partito repubblicano affondano le proprie radici e principale ispiratore della linea politica, anche attuale, del Pri è stato (ed è tutt’ora) Giuseppe Mazzini; che la vita e le opere del noto personaggio storico e politico rappresentano il patrimonio imprescindibile del partito; e sia l’esistenza del gruppo, sia lo stesso presupposto per l’adesione al Pri si fondano sul rispetto e la condivisione della dottrina dell’uomo politico citato. Premesso inoltre che la Arnoldo Mondadori e la Rai, con il marchio Rai – Eri, hanno pubblicato il libro dal titolo "Il Cuore e la Spada", a firma del Dott. Bruno Vespa, nel quale sono descritte e riferite circostanze asseritamente ascrivibili alla vita, sia pubblica, sia privata di Giuseppe Mazzini. Premesso inoltre che le affermazioni contenute nella pubblicazione sopra menzionata e riferibili a Giuseppe Mazzini sono false, tendenziose, del tutto gratuite ed isolate dal contesto storico e politico nel quale avvennero e, infine, prive di riferimenti a documenti attendibili. Premesso che, successivamente, in una serie di interviste, televisive e giornalistiche, finalizzate alla presentazione e pubblicizzazione dell’opera in contestazione, il Dott. Bruno Vespa ha ribadito il proprio giudizio negativo su Giuseppe Mazzini, reiterando le molteplici affermazioni ingiuriose ed offensive contenute nel libro (si vedano sue dichiarazioni pubblicate su "Panorama"). Ebbene, come è evidente, l’autore della pubblicazione in contestazione ha deliberatamente posto in essere una condotta diffamatoria nei confronti di Giuseppe Mazzini e, per esso, del Partito Repubblicano Italiano, rivolgendo all’uomo politico ispiratore del Partito, espressioni ed epiteti decisamente ingiuriosi ed offensivi della dignità personale e della reputazione, attribuendogli fatti asseritamente ascrivibili alla sua vita, sia pubblica, sia privata, ed alla sua persona, nonché circostanze e responsabilità, in mancanza di qualsivoglia "contraddittorio", alle quali il medesimo era completamente estraneo, con l’effetto di ledere il nome e l’immagine di Giuseppe Mazzini e gli ideali da questi ispirati e fatti propri dal Partito. Come conseguenza delle condotte diffamatorie sopra evidenziate, il Partito è stato deliberatamente ed ingiustamente accusato, sia pure indirettamente, davanti ad una vastissima platea di pubblico (lettori e telespettatori), di essere detentore di una eredità politica fallimentare e negativa, di avere posto a fondamento della propria azione politica un uomo sprovveduto ed incapace, padre di ideali risibili ed azioni confuse e sconclusionate, e, in ogni caso, si è visto aggredire nel profondo del proprio patrimonio morale. Orbene il Pri ha un indubbio interesse ed il diritto di tutelare il proprio patrimonio storico, ideale e politico, nonché di godere di buona considerazione da parte dell’ampio pubblico (composto anche da elettori, attuali e potenziali) destinatario delle asserzioni in contestazione e di non subire il grave discredito causato dalla condotta dell’autore dell’opera e, per quanto di propria responsabilità, degli editori della medesima. Le affermazioni contenute nella pubblicazione che oggi si contesta, valutate singolarmente o nel loro complesso, hanno costituito una gravissima lesione alla reputazione, al decoro, all’immagine, ed alla identità di Giuseppe Mazzini e, per esso, del Partito, sia per le asserzioni e le accuse del tutto false e tendenziose contenute nel testo, sia per le modalità scorrette con cui le circostanze riportate sono state travisate, distorte e date in pasto all’opinione pubblica. L’intento diffamatorio e denigratorio del Dott. Vespa e di coloro che sono oggettivamente i suoi portavoce (Rai e Mondadori) appare tanto più evidente laddove si consideri che le affermazioni lesive sono state diffuse senza alcuna cautela, senza riferimenti a fonti storiche di contrario avviso (il che avrebbe garantito un minimo di "contraddittorio") e trascurando del tutto la circostanza decisiva secondo cui tutto quanto riferito dall’autore del libro è completamente smentito dalle cronache del tempo e, in generale, dalla storia. Difettano del tutto, inoltre, le condizioni fissate da una giurisprudenza ormai costante affinché l’esercizio del diritto di cronaca e di critica giornalistica possa considerarsi legittimo. Le affermazioni oggi contestate, la loro gravità e gratuità e, soprattutto, la loro diffusione, hanno, dunque, gettato sull’odierno Pri e, conseguentemente, sui rappresentati e sugli elettori che a vario titolo perseguono gli interessi del partito, un discredito ingiustificato ed ingiustificabile. Inoltre il Pri ha subito anche un grave e concreto pregiudizio economico, sia in termini di danno patrimoniale, sia di danno non patrimoniale, soprattutto con riferimento alla sua attività politica. Tutto ciò premesso e ritenuto, il Pri, in persona del Segretario nazionale e legale rappresentante On. Francesco Nucara, cita Arnoldo Mondadori spa, Rai, Dott. Bruno Vespa a comparire davanti al Tribunale Civile di Roma, all’udienza del 20 giugno 2011". |